Caratteristiche e procedure per il recupero dati SSHD
3 Febbraio 2016Tra i vari supporti e dispositivi su cui può essere effettuato il recupero dati ci sono anche le unità SSHD: si tratta di hard disk ibridi con memoria a stato solido.
Dietro questa denominazione così lunga si nascondono device che sono il risultato di due tecnologie differenti coniugate tra loro, vale a dire i dischi magnetici a rotazione, noti come HDD, e le memorie a stato solido, note come SSD.
Come si può facilmente immaginare, dalla fusione delle tecnologie si ottengono vantaggi significativi: le prestazioni eccellenti che di solito contraddistinguono le SSD, infatti, si abbinano alle notevoli capacità di memoria che sono tipiche degli hard disk.
Ecco, quindi, che prendono forma le unità SSHD, che per altro hanno una storia piuttosto recente, considerando che sono state lanciate sul mercato nel 2007 in virtù di una cooperazione tra Samsung e Seagate (in seguito si sono affacciate in questo settore anche Western Digital e Toshiba): ancora oggi è proprio Seagate a poter essere considerata leader per questa tecnologia in tutto il mondo.
Tra i punti di forza delle unità SSHD si segnalano caratteristiche eccellenti dal punto di vista dell’avvio delle applicazioni e del boot test. Insomma, queste unità favoriscono prestazioni perfette a fronte di un risparmio non indifferente.
Non sempre, però, le cose vanno per il verso giusto: insomma, i guasti, per quanto rari, possono sempre capitare, rischiando di mettere a repentaglio la possibilità di accedere ai file contenuti in questi dispositivi. Così, si materializza la necessità di procedere al recupero dati SSHD, che deve essere studiato e messo in pratica da professionisti in laboratori specializzati.
Entrando più nel dettaglio, delle unità ibride fanno parte le PCB, che sono componenti elettroniche che possiedono un certo numero di chip di memoria a stato solido Flash NAND (la loro quantità varia a seconda della capacità), i dischi magnetici rotanti (come quelli che si trovano sugli hard disk) e il gruppo testine.
Le procedure che vengono seguite per il recupero dati dalle unità SSHD sono simili a prescindere dal tipo di danno con cui si ha a che fare: in altre parole, i passi e gli step da rispettare sono sempre gli stessi, indipendentemente dalle origini del malfunzionamento. Nel caso in cui il disco ibrido sia stato mandato in blocco per colpa di un problema logico o di un problema meccanico che ha coinvolto il disco rotante, l’operazione da eseguire prevede, molto semplicemente, di rimpiazzare il pezzo che non funziona, in maniera tale che i dati possano essere recuperati. Molto rara è l’eventualità che i chip siano lesionati, in modo parziale o totale: in questo improbabile caso, il recupero dei dati non può essere portato a termine.
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