Gli hard disk rivoluzionati da Google
10 Agosto 2016E se gli hard disk venissero rivoluzionati da Google? Il colosso di Mountain View ha chiesto in modo esplicito di aprire il dibattito a proposito dei dischi fissi. Il motivo? Molto semplice: i prodotti odierni non sarebbero in grado di adattarsi al cloud computing, e per questo dovrebbero essere riprogettati. Insomma, per Google i produttori dovrebbero mettersi al lavoro per dare vita a delle soluzioni ad hoc per il cloud computing che abbandonino il formato da 3.5 pollici tradizionale, che altro non è se non un retaggio dei floppy disk. Come detto, la richiesta è stata esplicita, proposta attraverso un post pubblicato sul blog dal VP Infrastructure dell’azienda, Eric Brewer, il quale ha fatto notare come la dimensioni dei supporti attuale sia ben poco adeguata alle esigenze.
Essendo ormai giunti nell’era dell’archiviazione con il cloud, insomma, è arrivato il tempo di riconsiderare la progettazione degli hard disk moderni. Già, perché il boom del cloud presuppone che quasi tutti i dischi rigidi debbano essere utilizzati in importanti servizi di storage all’interno dei data center. Servizi che già ora costituiscono il mercato che più di tutti gli altri sta conoscendo una importante ascesa per ciò che riguarda gli hard disk: un mercato che, di sicuro, sarà un riferimento importante – se non il più importante – per gli anni a venire.
Lo scenario attuale
Si pensi, per esempio, a Youtube, la piattaforma di upload dei video su cui ogni minuto vengono caricati dagli utenti più di 400 ore di filmati: in pratica, ogni giorno c’è bisogno di oltre un petabyte di nuova archiviazione, con una crescita che non può che essere esponenziale. Ogni cinque anni, si registra un aumento di dieci volte. Dal canto suo, Google ha deciso di pubblicare un documento all’interno del quale fa conoscere il progetto di ottimizzare una raccolta di dischi e non un disco singolo in un server. Un mutamento del genere produrrebbe molteplici conseguenze di valore: per esempio, i dischi diverrebbero più inclini a perdere i dati. Un paradosso? Certo, ma ha una spiegazione: è ovvio che Google non sia interessato a dischi che perdono dati, ma semplicemente in questo modo gli sforzi e i costi concentrati sui tentativi di contrastare la perdita dei dati possono essere concentrati su altri aspetti, quali le prestazioni dei sistemi o la loro capacità.
Google ha in mente anche dei veri e propri cambiamenti fisici: gruppi di dischi e dischi più alti, giusto per citare due idee. Lo scopo finale, che verrebbe raggiunto anche tramite interventi sul firmware, sarebbe quello di avere un maggior numero di operazioni di I/O al secondo e dischi rigidi più capienti, al di là di un miglior costo di possesso. Non sembra esserci un interesse, invece, per gli SSD.
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