Guida alla scelta del server aziendale
5 Settembre 2017In contesti aziendali di qualsiasi dimensione capita spesso di dover interagire con il lavoro dei colleghi: scambiare file, effettuare revisioni e quant’altro. Finché si tratta di documenti di testo o qualche immagine, possono anche bastare le soluzioni “fai da te”, come lo scambio via posta elettronica, servizi di messaggistica istantanea o la condivisione delle cartelle del proprio computer.
In tutti gli altri casi, quando i documenti da scambiare sono molti e “pesanti”, o è necessario mantenere integrità e sicurezza dei dati, si rivela necessario avere un server aziendale.
Indice
Cos’è un server?
Un server altro non è che un computer preposto a fornire dei servizi agli altri PC, e a fare solo quello, senza essere utilizzato per faccende quotidiane come la navigazione sul web o la scrittura di testi. Esistono molti tipi di server, o meglio, esistono molti tipi di servizi che un server può fornire; nell’esempio precedente, quello dello scambio dei file, si parla appunto di file server, una macchina dedicata su cui memorizzare i documenti e alla quale accedono tutti coloro che ne hanno l’autorizzazione.
I dati sono dunque centralizzati, non si verifica la creazione di più copie nel passaggio da un utente all’altro (perché tutti aprono il medesimo file) salvaguardandone così l’integrità, tutti sanno dove andare a prendere ciò che gli serve (quante volte il documento voluto è sul PC del collega assente?) e, come spesso accade, i dati sono anche al sicuro perché il server possiede delle politiche di backup dei dati registrati su esso.
Altri tipi di server
Ma esistono anche altri tipi di servizi: i print server, ad esempio, consentono di centralizzare una o più stampanti affinché più utenti possano utilizzarle. I mail server, gestiscono le caselle di posta elettronica di un determinato dominio (ogni volta che consultiamo la posta, via client o via web, ci colleghiamo ad un mail server), i web server gestiscono i siti internet, i database server le basi di dati, e via discorrendo per tutti gli altri tipi. In tutti i casi lo scopo è lo stesso: centralizzare le informazioni, migliorare in efficienza e sicurezza la loro accessibilità.
Quando basta un Nas
La prima categoria di server da valutare sono i Nas (Network Attached Storage, dispositivi di archiviazione connessi alla rete): semplici da installare e configurare, sono probabilmente la scelta migliore in caso si abbia la necessità di un file server e non si disponga di un sistemista esperto. Normalmente hanno alloggiamenti per due, quattro o più dischi rigidi, si configurano attraverso una comoda interfaccia web o un’applicazione specifica e non richiedono un livello di competenza elevato.
Solitamente gli hard disk possono essere utilizzati in modalità mirroring (tecnicamente viene chiamato Raid 1): ogni dato viene salvato su una coppia di dischi, in modo che se uno dei due si dovesse rompere le informazioni non andrebbero perse, ma verrebbero recuperate dall’altro. La maggior parte dei Nas, poi, offre una serie di servizi accessori come server di stampa, trasferimento dei file su protocollo FTP, backup dei computer della rete ed altre funzioni secondarie che risultano spesso utili in ufficio.
Le macchine server
Quando le funzionalità di un Nas non risultano sufficienti a soddisfare le esigenze aziendali, o i carichi di lavoro sono davvero molto intensi, bisogna salire il gradino successivo, e pensare ad una macchina server: si tratta di un vero e proprio computer, pensato per essere molto affidabile e potente, e consumare poco (verosimilmente, un server è sempre acceso), con un sistema operativo specificamente pensato.
La grande potenza e versatilità (si può configurare per fornire ogni tipo di servizio che interessa) si paga al prezzo di una più difficile configurazione e gestione. Se è vero che con i sistemi operativi di ultima generazione è abbastanza facile mettere in piedi un server, meno facile è renderlo sicuro, mantenerlo costantemente aggiornato, eccetera. La presenza di un valido sistemista, almeno nella fase di configurazione iniziale, è da considerarsi necessaria.
Il sistema operativo
Se si è deciso di installare un server, è necessario fare una attenta valutazione anche sul sistema operativo che dovrà ospitare: i tre sistemi più diffusi, Windows, macOs X e Linux posseggono una controparte server, ma quale conviene utilizzare? Linux, in quasi ognuna delle sue mille incarnazioni, è il sistema d’elezione: economico, solido, versatile, può fare (bene) praticamente tutto, a patto di saperlo utilizzare.
Sebbene le moderne interfacce grafiche a corredo del sistema lo rendano più utilizzabile, configurarlo in modo solido ed efficiente è tutt’altro che un lavoro da novellini o sistemisti improvvisati. Windows Server, giunto alla versione 2016, è una soluzione alla portata anche dei non esperti, almeno per quanto riguarda l’ordinaria amministrazione. Infine macOS X, disponibile solo per hardware Apple, può essere considerato una scelta vantaggiosa se anche buona parte dei client della rete utilizzano macOS, così da sfruttare le tecnologie proprietarie.
I server virtuali
Altra possibilità è acquistare un servizio di server virtuale (anche detto VPS, server virtuale privato) cioè un server remoto che gira in un ambiente emulato. I vantaggi sono notevoli: nessun problema hardware o di backup, sistema preconfigurato da esperti in base ai servizi richiesti, alti livelli di sicurezza informatica, costi ragionevoli.
Risulta essere la scelta ideale per tutte le applicazioni ad alta criticità (ad esempio i mail server) che non sono facili da configurare e richiedono continua attenzione. Sono invece inadatti a fare i file server a causa, com’è facile intuire, della lentezza di trasmissione delle reti internet rispetto alle reti locali, oltre al fatto che spesso i server virtuali hanno un limite di traffico giornaliero o mensile.
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