Si può stare senza Smartphone?
20 Luglio 2016Stare senza smartphone è più difficile di quel che si possa pensare: questo, almeno, è ciò che si deduce dando un’occhiata ai risultati di una ricerca che è stata eseguita su commissione di Kaspersky Lab da parte dell’Università di Nottingham Trent e di quella di Wuerzburg. In sostanza, gli uomini riescono a rimanere senza telefono per appena 21 secondi, e non sono molto più brave le donne, che invece resistono per 57 secondi. Il test che è stato condotto per arrivare a questi esiti è stato, a dir la verità, piuttosto banale: gli studiosi, infatti, hanno lasciato alcune persone in una sala d’attesa, e hanno semplicemente controllato dopo quanti minuti hanno messo mano allo smartphone. O, almeno, si pensava che sarebbero trascorsi dei minuti: invece già dopo pochi secondi è scattata la mano in tasca.
A quanto pare, comunque, il genere sessuale esercita un’influenza piuttosto significativa: come visto, tra uomini e donne ci sono quasi 40 secondi di differenza, che possono sembrare un’inezia ma, in realtà, sono molto importanti. Nel corso del test, per altro, si è prestata attenzione anche alla quantità di tempo trascorsa dai partecipanti utilizzando il telefono: in media, durante il tempo di attesa di dieci minuti, lo smartphone è stato impiegato per cinque minuti.
Dipendenza da Smartphone
Appare chiaro, quindi, che in genere le persone non sono abituate a restare senza lo smartphone, anche se si tratta di una dipendenza di cui nella maggior parte dei casi non ci si rende nemmeno conto. In effetti, alle persone sottoposte alla prova è stato domandato quanto tempo, secondo loro, fosse passato prima che mettessero mano al telefono. Ebbene, in molti hanno risposto facendo riferimento a un tempo compreso tra i due e i tre minuti: da ciò si può dedurre che tra il loro comportamento effettivo e la percezione relativa c’è un significativo delta.
I risultati della ricerca sono stati commentati da Jens Binder, professore all’Università di Notthingham Trent nel dipartimento di Psicologia, il quale ha spiegato che l’esperimento fa notare in che modo le persone non sempre siano ben consapevoli di quanto sono attaccate e vincolate ai device mobili che possiedono. In più, non si è più in grado di attendere, perché gli smartphone, che garantiscono una disponibilità immediata di interazioni e di informazioni, sono diventati dei veri e propri compagni digitali da cui non ci si vuole separare. Insomma, non degli oggetti tecnologici, per quanto all’avanguardia, ma delle entità interattive.
Attenzione, però, perché la tendenza a controllare il telefono in modo compulsivo può essere considerata un disturbo: si parla di FOMO, acronimo della locuzione inglese “fear of missing out”, che consiste nella paura di rimanere esclusi, vale a dire il timore di perdersi qualcosa di importante nel momento in cui non si è connessi a Internet.
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